L’impatto del COVID 19 sul terzo settore.

Gli enti del terzo settore e COVID 19

Il perdurare della situazione epidemiologica ha creato danni in molti settori. Anche gli ETS hanno subito le conseguenze dovute al covid-19 ed alle restrizioni che ne sono derivate.
Molte associazioni hanno dovuto modificare, limitare o interrompere le proprie attività perchè incompatibili con le restrizioni emanate dal governo. Anche se gli ETS svolgono un'azione importante dal punto di vista sociale, per evitare la diffusione del contagio, hanno dovuto, nel migliore dei casi, limitare le proprie attività.

Inoltre, hanno dovuto affrontare le spese dovute alla messa in sicurezza per evitare la diffusione del contagio (mascherine, igienizzanti, sanificazione di ambienti comuni quali sedi e mezzi di strasporto, etc...)
Purtroppo a causa delle restrizioni che, ancora oggi, regolano il distanziamento sociale moltissime associazioni non hanno potuto operare in determinate aree in cui prima svolgevano le loro attività. Inoltre, secondo alcune ricerche, il Covid 19 ha influito negativamente peggiorando anche la situazione interna alle stesse organizzazioni no profit a causa di problemi di comunicazione interna e poca attitudine al digitale.
I settori maggiormente colpiti risultano essere quello dell'istruzione e quello delle attività culturali e del tempo libero.

Di cosa si occupano gli enti del terzo settore?

Effettivamente non c'è un ambito di dominio delle organizzazioni no profit, certo è si tratta di enti presenti in tutto il tessuto sociale nazionale.
Volendo riassumere i campi operativi del terzo settore abbiamo:
1. Assistenza sanitaria
2. Arte e cultura
3. Tempo libero
4. Salute
5. Ambiente e Animali
6. Religione


Cosa sta succedendo agli ETS?


Analizzando i dati statistici: durante il primo lockdown il 70% delle associazioni ha dimezzato o fermato la propria attività, con conseguenti perdite finanziarie e non solo, molti dei processi interni (come la gestione del personale, la raccolta fondi, il marketing) risultano peggiorati rispetto ai livelli pre- covid.
C'è da sottolineare anche un dato importante: molti enti non hanno la possibilità di autofinanziare il processo di trasformazione della propria organizzazione. Trasformazione significa principalmente adoperare nel mondo digitale, con videoconferenze, raccolte fondi digitali, attivare contenuti digitali verso nuovi target.

Quali potrebbero essere delle vie d'uscita?

Attualmente la situazione è molto drammatica, una buona parte degli enti ha dichiarato di non poter operare attraverso il digitale a causa della non compatibilità con la natura delle attività svolte.
Non solo, nonostante la maggior parte delle associazioni non stia operando al 100% , rimangono le spese da affrontare.
Bisogna quindi saper reinventarsi, investendo per assicurare il proprio futuro.
Le diverse associazioni presenti sul territorio hanno attuato diverse strategie: alcune definite attive (come nuovi investimenti, attuando una trasformazione digitale o rimodulando i propri servizi), altre invece definite passive (facciamo riferimento a richieste di sostegno o cassa integrazione). Nonostante questi provvedimenti un quarto dei posti di lavoro risulta comunque essere a rischio per la continuità operativa di alcune organizzazioni.

E' interessante notare come la regione Lombardia ha emanato un bando, intitolato LET'S GO, con l'intento di supportare gli ETS lombardi durante la pandemia e di permettere loro di continuare a svolgere le attività di sostegno verso i più deboli, l'ambiente e la cultura in questo periodo estremamente difficile.
I fondi erogati ammontano a oltre 15,5 milioni di euro messi tempestivamente a disposizione data la criticità del momento, tant'è che tutto il processo di selezione e richiesta di contributi è terminato in circa 90 giorni.

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